Edifici Religiosi
Chiesa di San Dalmazzo La maestosa Chiesa Parrocchiale di San Dalmazzo presenta il suo imponente campanile romanico risalente al XII secolo, in pietra squadrata con una doppia sequenza di bifore.
Chiesa di San Dalmazzo
La maestosa Chiesa Parrocchiale di San Dalmazzo presenta il suo imponente campanile romanico risalente al XII secolo, in pietra squadrata con una doppia sequenza di bifore.
La Chiesa ha una facciata quattrocentesca nella quale risalta un portale in pietra, opera di Antonio Bruneto di Garessio, caratterizzato da un architrave, scolpito, datato 1445 e dalla lunetta, affrescata con una “Madonna col Bambino” attribuita a Giovanni Canavesio.
L’interno ha tre navate separate da sei poderose colonne in pietra nera, con basi ad artiglio e semplici capitelli romanici, uno dei quali porta incisa la data 1448; gli archi a sesto acuto denotano un influsso artistico gotico.
Lavori di restauro hanno messo in luce numerosi affreschi di età quattrocentesca di autori diversi: ben conservato il “San Sebastiano ed altri Santi” (Jacobus Morra, 08 marzo 1457) meno il trittico posto nella navata sinistra raffigurante S. Anna (con la Madonna in Braccio) e Santi.
Tra i quadri su tavola, è notevole il polittico di S. Biagio e S. Giovanni Battista (sopra l’altare, a sinistra, del presbiterio) attribuito al Canavesio, si tratta però di opera più antica: solo la parte centrale (S. Biagio ed altre figure) è del Canavesio.
Degni di nota alcune statue lignee probabilmente del 1700 ed un tabernacolo in legno dorato.
Santuario “N.S. del Santissimo Nome”
Il Santuario di “N.S. del Santissimo Nome”, sito in località San Luigi, deve la sua origine a un fanciullo tal Carlo de Carolis che nel ‘700, la notte di Natale, essendosi addormentato ed essendo rimasto chiuso nella parrocchiale, svegliatosi ottenne di uscire grazie al sagrestano e prese ad incamminarsi verso casa.
In prossimità di un piccolo oratorio, intitolato nella dizione locale alla Madonna della Chiazza, venne aggredito da un lupo e terrorizzato, vistosi senza scampo, invocò la Madonna che non rimase, secondo la leggenda, indifferente alle sue sofferenze visto che nell’oratorio prese a splendere una strana luce che guidò in salvo quel bambino.
Per commemorare il miracoloso salvataggio fu eretto un pilone con 3 quadri votivi ma poco più tardi, fattosi eremita, il de Carolis riuscì ad erigere l’attuale Santuario che fu edificato entro il 1775, anno in cui vi fu portata dal piccolo oratorio una santa tela in cui è efficiata La Madonna che porge il bimbo a S. Elena.