Comune di Pornassio

Flora e Fauna

Coltivazioni agricole e boschi vanno a costituire una miscela unica: uliveti e vigneti troneggiano nelle zone di campagna laddove la varietà della flora dipinge macchie nel paesaggio con variegate e numerose tonalità di verde.

Coltivazioni agricole e boschi vanno a costituire una miscela unica: uliveti e vigneti troneggiano nelle zone di campagna laddove la varietà della flora dipinge macchie nel paesaggio con variegate e numerose tonalità di verde.

Voltandoci verso i monti, possiamo assaporare gli aromi tipici e contemplare gli ampi prati adibiti, da secoli, al pascolo e alla transumanza.

Nell’ambiente è altresì presente una fauna diversificata e ricca, che contribuisce a sottolineare quanto l’ambiente naturale, qui, sia rimasto florido nel tempo e costituisca un’oasi per chiunque vuole abbandonare temporaneamente lo smog e lo stress cittadino.

Boschi e montagne ospitano, tra l’altro, una fauna selvatica quanto mai varia.

Oltre al diffusissimo cinghiale, ed alla lepre, vi dimorano la volpe, il tasso, ed altri musteli di minori, in particolare la piccola donnola. In fase di ritorno, recentemente avvistato in Liguria, il lupo.

Comuni sono i ricci, gli scoiattoli ed i ghiri, oltre alle dannose arvicole e talpe.

I rettili, di specie varie, sono numerosi, dalla natrice al biacco, dall’orbettino alla vipera, dal ramarro, al geco, alla comune lucertola.

Si favoleggiava in passato dell’esistenza del mitico “vèsperu sùrdu” (forse il basilisco?) talvolta nebulosamente descritto come “maschio della vipera”, talaltra come dotato di una testa da gattino e di piccole orecchie.

Assai varia è anche l’avifauna, sia stanziale che di semplice e doppio passo. Essa va dai piccolissimi scriccioli, regoli, fiorrancini, ai codibugnoli, alle cince e capinere, ai fringuelli, verdoni, cardellini, lucherini, verzellini, ciuffolotti, frosoni, merli, ed ai ricercatissimi tordi, nonché alle pernici, starne e ai fagiani di monte.

Nei boschi ombrosi trilla il pettirosso, nei pascoli, alta nel sole, l’allodola. Non mancano, lungo le siepi e sui campanili, gli elusivi uccelli dei poeti: l’usignolo e il passero solitario.

Anche i predatori sono ben rappresentati. Fra i diurni si annoverano gheppio, sparviero, poiana, rari pellegrini e bianconi, oltre agli immancabili onnivori: corvi, cornacchie, ghiandaie.

Sulle vette più alte delle Alpi Liguri, oltre Viozene, non è raro poter vedere l’aquila reale ed il gracchio alpino.

Fra i notturni sono abbastanza comuni civetta, gufo, allocco, barbagianni (chiamato tuttora, in dialetto, “sciugalàmpe” poiché si credeva che questi uccelli, abitatori dei campanili, andassero a bere l’olio delle lampade del Santissimo).

Rarissimo è pure presente il misterioso e triste succiacapre.

Numerosi, nella stagione calda, i piccoli mammiferi volanti, cioè varie specie di pipistrelli.